UIA Pavilion Sviluppo di un padiglione con struttura in bamboo.
La mancanza di regole (sia prescrittive che di orientamento) sul territorio nazionale italiano, per l'impiego di materiali e tecnologie cosiddetti "non convenzionali" e la totale assenza di specifiche certificazioni per l'uso degli stessi, hanno costretto i progettisti a prove di laboratorio sul bambù, sviluppate dal DICAT LAB presso la Facoltà di Ingegneria di Genova, sotto la supervisione dell'ingegnere Stefano Podestà.
Questi test (compressione, trazione, taglio, piegatura) effettuati su un notevole numero di esemplari "normalizzati" come unici standard internazionali vigenti, hanno permesso la qualificazione meccanica del Phyllostachys Viridis Glauchecens (bambù gigante che cresce sul territorio italiano) e il suo uso razionale, anche a fronte di specifici numeri di riferimento.
La struttura ad arco è integrata con un sistema fotovoltaico di 8kWp, formato da 30 moduli di 275Wp ciascuno, che determinano la copertura esterna della parete sud. Infatti, il design del progetto stesso ha come obiettivo quello di enfatizzare il contrasto e la sinergia tra le tecnologie e i materiali rendendoli complementari e facendo della loro interazione un argomento di ricerca.
Il padiglione si presenta quindi, come una grande "vela fotovoltaica naturale", il cui retro è composto da una sorta di eco-serra regolata dal punto di vista igro-termico sul lato interno, da un sottile strato di acqua utile per rendere più piacevole il microclima dello spazio, già ombreggiato sul lato sud da moduli fotovoltaici e filtri solari di bambù.
La struttura è composta da 7 archi reticolari rampanti, realizzati con 4 culmi di bambù, ciascuno con un diametro di sezione variabile tra 65 e 55 mm, uniti da connessioni metalliche e aste di collegamento tra intradosso ed estradosso. Gli archi sono affusolati alla base per aiutare a sfruttare al meglio gli spazi e ridurre la loro impronta.
Ad ogni arco corrisponde, sul lato nord della struttura, un pilastro reticolare inclinato, anch'esso rastremato alla base per le stesse ragioni, che agisce come un contrafforte per ogni settore della "vela" fotovoltaica.
Il sistema di connessione tra i vettori principali è costituito da fasci di 4 culmi, diritti, collegati da raccordi in acciaio e aderenti alle strutture. Infatti, la struttura, completamente rinforzata, si comporta come un unico "organismo strutturale" in cui ogni elemento funziona con ogni altri diventando "supporto" e "supportato" allo stesso tempo.